Levia Candida
Stefania Gori
Estratto
La ricerca di Guido De Zan, nel plasmare direttamente il grès, esalta la casualità delle forme come l’ultima decisa stesura delle sue opere. Lavora la materia, ne decide la sagoma e questa acquista vita al momento della cottura cambiando ancora rispetto al progetto originario.
Così è nel caso di Verba Volant, composta di dodici fogli di grès, appesi alla parete in modo disordinato, che, dopo aver subito un andamento ondulato, hanno un aspetto di leggerezza e diventano come superfici svolazzanti simili a carta.
E l’effetto ingannatore della materia è un po’ il denominatore comune delle forme plastiche di De Zan che, arricchite ogni volta da veloci segni incisi sulla terra o solamente tracciati sulla superficie, capaci di ricordare gli ideogrammi di molte scritture orientali, svelano un’impostazione materico-pittorica fatta di equilibrio, nonché il fascino di tutta la sua opera.
1996